Gli eserciti senza scudi


  • Dall’avv. Monica Bambara, in foto, riceviamo e pubblichiamo –

Per omnia asperrima”, ovvero “attraverso qualsiasi difficoltà”, è una frase evocativa del grido di battaglia impiegato dai soldati romani come motto di incitamento per consolidare lo spirito delle truppe prima degli assalti ma che, a distanza di secoli, rivela una intrinseca modernità, potendosi in essa oggi idealmente riassumere e concentrare l’esortazione, silente e compatta, intrisa di sensi di colpa ma pervasa da un sentimento di profonda umana gratitudine, mossa da un’intera nazione e dai suoi sessanta milioni di abitanti verso i tanti eserciti di medici e infermieri schierati attualmente in campo lungo tutta la penisola, da nord a sud, strenuamente impegnati in uno scontro aspro e frontale contro un nemico invisibile e ignoto, che li ha improvvisamente colpiti alle spalle. Trattasi di eserciti diversi e geograficamente distanti tra loro, di variegata età, composti da uomini e donne, ciascuno con una propria competenza e un proprio ruolo, ma pur tutti accomunati dal medesimo spirito di servizio e da un’uguale dignità e consapevolezza, ovvero quella di chi sa di essere chiamato, alla stregua di un vero e proprio soldato, a fungere da baluardo contro una forza dirompente che minaccia di annientare, giornalmente, con travolgente impeto, i singoli abitanti di un intero paese che nei propri eserciti ha riposto la propria fiducia e le proprie speranze di umana salvezza. Ma un aspetto, più degli altri, unifica queste variegate truppe, esaltandone e illuminandone il loro faticoso e strenuo operare, ed è il misero, scarno, o, per dirlo con disarmante constatazione, inesistente armamentario con il quale esse sono quotidianamente costrette ad affrontare la cruda guerra che è in atto nella terra dei mandolini, della pizza, del bel canto, del buon cibo e…della terra che non sa tutelare e salvaguardare le proprie migliori risorse!

Eh sì, perché i soldati che oggi strenuamente sono posti a protezione di ogni abitante del “meraviglioso stivale” dalla minaccia che incombe sulle loro vite sono soprattutto militari privi di elmo, di spada, di scudo, lanciati in massa, ma abbandonati, in una quotidiana battaglia ove è necessario, doveroso, perseguire l’altrui salvezza ma dove nessuno di loro ha vista, fino ad oggi, minimamente garantita la propria, lasciato, com’è, sguarnito dei pur minimi presidi di protezione individuale (financo di tute e calzari genialmente sostituiti, in taluni casi, da improvvisate buste di plastica e sacchi per l’immondizia) costretto ad affrontare il mostro a mani nude o, al più, ad affidarsi al buon Dio affinché lo assista durante lo svolgimento della propria missione.

Le mascherine, oramai, non vengono prodotte in tutto l’occidente, quindi non ce ne sono perché non ce ne sono in produzione”.

Questa, in sintesi, una delle tante tautologiche, disarmanti, risibili motivazioni rese dagli organi competenti in risposta al ripetuto, quanto vano, grido di protesta proveniente dai sanitari d’Italia impiegati, a vario livello, già da mesi, nella lotta contro il Covid 19 il quale, bastardo com’è, ne ha già uccisi, ad oggi, 51, di cui nei libri di storia potrà un giorno dirsi che erano 51 soldati lasciati dalla propria patria senza elmo, senza spada, senza scudo, 51 cittadini dell’’Italia, terra dei mandolini, della pizza, del bel canto, del buon cibo…e di poco altro.

Con immensa gratitudine

Avv. Monica Bambara

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